A volte un incidente stradale può cambiarti la vita, cambia lo scenario soprattutto quando hai 12 anni e un’intera vita davanti come Chiara Bordi.

Tra i 12 e 14 anni entra in sala operatoria 15 volte, sottoposta a diversi interventi chirurgici dopo il terribile incidente stradale che le ha cambiato la vita.

La pratica di Chiara venne consegnata allo “Studio Piraino Infortunistica Stradale” di Roma dopo un anno dall’incidente stradale. Prima la pratica era gestita da un avvocato che era riuscito ad ottenere al massimo 500 mila euro.

la proposta di risarcimento era stata valutata con un concorso di colpa in quanto Chiara era trasportata su un ciclomotore di un suo amico minorenne e pertanto non omologato al trasporto di due persone nonché per il fatto che essendo minorenne avrebbe dovuto essere vigilata dai propri genitori.

Ovvio che si tratta di un deficit legislativo perché questo significherebbe che tutti i quattordicenni in possesso di patentino dovrebbero essere seguiti per strada dai genitori!

Superati i primi ostacoli lo Studio Piraino ha spostato la sua concentrazione sul “quantum” senza tralasciare nulla, motivando la richiesta economica inoltrata alla Compagnia che era di gran lunga superiore a quanto raggiunto dall’avvocato che gestiva precedentemente la pratica .

Grazie allo Studio Piraino e a un’attenta analisi legislativa è stata ottenuto per Chiara il giusto risarcimento che le permetterà di vivere la sua vita senza limiti.

Chiara è una ragazza a cui di certo non mancano le idee chiare: “Voglio studiare medicina e diventare un chirurgo ortopedico. Prima, però, vorrei continuare a fare dei viaggi. Amo visitare il mondo e sono super organizzata con le mie protesi. So anche aggiustarle. Ne ho anche una che mi permette di portare i tacchi. Una ragazza non può rinunciare ai tacchi”, dichiara sorridendo!

La sua ironia e il suo spirito è apprezzato da tutti e per i suoi coetanei è un punto di riferimento.

“Mi scrivono sui social – racconta la giovane – mi fanno i complimenti e io li ringrazio, ma la verità è che non mi sento un eroe. Ho fatto solo quello che si fa in questi casi. E in questi casi sei davanti a un bivio: o vivi o muori, non esiste sopravvivenza, ma una scelta consapevole che deve puntare necessariamente alla vita. Quando ero in ospedale mia sorella mi mostrava le foto di persone amputate in più arti e io mi sentivo immediatamente fortunata. Non ho trascorso un solo giorno a pensare “che schifo questa vita, perché è successo proprio a me?”. Mia madre mi ha consegnato un mantra: ”tu non sei un piede, non sei una gamba”. E poi c’è stato Ippolito Piraino (patrocinatore stragiudiziale esperto di risarcimento danni da incidenti stradali, ndr). È stato lui a vegliare su un’intera famiglia provata dall’accaduto, mentre combatteva la mia battaglia contro l’assicurazione”.

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